Dal II sec a.C. al V sec. d.C.
Attorno alla seconda metà del primo secolo a.C. i Romani procedettero alla sistemazione agraria del territorio, per l'inserimento dei nuovi coloni. Incaricati della centuriazione erano gli agrimensori, che con uno strumento chiamato groma procedevano alla determinazione del Kardo e del Decumano massimo, in pratica gli assi principali della viabilità e dell'organizzazione del territorio. Questi quadrati con 710 metri circa di lato, erano alla base della suddivisione agraria ed erano chiamati centurie, in quanto erano divise in cento "heredia" (appezzamenti di due jugeri, o di quattro "actus" di 35,5 metri di lato). L'assegnazione dei poderi era sorteggiata e ad ogni colono erano assegnati solitamente 50 jugeri. Molto spesso agli incroci delle vie erano poste delle edicole sacre o dei piccoli tempietti che con la cristianizzazione furono sostituite dai capitelli. La presenza di questi, sulle nostre strade, potrebbe essere testimonianza dell'antica sistemazione viaria. Quanto agli impianti agricoli d’epoca romana (ville rustiche) sistemati all'interno di queste suddivisioni agrarie (sortes), in totale tra Piave e Livenza, circa nell'area delle risorgive, possiamo contare su reperti e manufatti che si riferiscono ad una ventina (tra i più consistenti) di queste realtà. Per buona parte del periodo Romano il territorio fece parte del "municipium" d’Oderzo all'interno della 'X regio' poi Venetia et Istria.
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